Crescere significa resistere. Vent’anni fa, dove c’erano macerie, è nato un bosco. Selvatico, indisciplinato, fuori dagli schemi. Un corpo potente, pieno di vita, che non si lascia addomesticare dagli sguardi o dalle aspettative. Un intreccio di radici e rami che si è fatto spazio nell’incertezza, senza chiedere il permesso.
Oggi, a vent’anni, il bosco si trova di fronte a una scelta che non gli appartiene: essere cancellato per lasciare posto al cemento, all’ordine geometrico di nuovi edifici, alla fretta di chi non ha tempo per fermarsi a guardare. Ma il bosco non è solo. In lui vediamo il riflesso delle nostre stesse fragilità e forze, delle lotte che ci attraversano, della solitudine che non è mai davvero solitudine quando trova voci pronte a trasformarla.
Questa mostra racconta il suo tempo, il suo essere giovane e già in bilico. Parla di crescita, di ribellione, di appartenenza.
È l’impeto di un vento di resistenza.
Avere vent’anni è un atto di lotta.
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Collettivo Spontanee x Assemblea del Bosco Ospizio