Descrizione mostra
La mostra che proponiamo ambisce a raccontare un’esperienza di condivisione e di amicizia che ha visto protagonisti due gruppi di ventenni, i quali, pur risultando estremamente distanti per formazione e prospettive di vita, si sono trovati uniti da un formidabile progetto: la realizzazione di un’opera d’arte unica nel suo genere.
Infatti, a Fallo, un piccolo paesino dell’entroterra chietino, la relazione tra un gruppo di giovani della locale associazione Woo e tre giovani artisti sudafricani, selezionati dal prestigioso centro Artist Proof Studio (con sede a Johannesburg), ha implementato, nella tarda estate del 2024, la creazione di un murale che celebrasse tanto il valore della migrazione e delle radici quanto la bellezza delle identità multiple. L’interazione tra questi ventenni, portatori di background differenti e di riferimenti storico-culturali non sempre sovrapponibili, è stata determinante per il progetto, peraltro selezionato e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri. Se i giovani locali hanno permesso agli ospiti di comprendere meglio il genius loci della loro terra e i valori che tuttora la plasmano, gli artisti, dal canto loro, hanno filtrato attraverso la propria sensibilità le narrazioni, i materiali documentali, il respiro stesso della comunità che li ha accolti. Inoltre, appunto perché uno dei temi dell’opera è la dimensione del fenomeno migratorio, questi ventenni, fallesi e sudafricani, di oggi si sono dovuti misurare con le scelte, le difficoltà e i sogni dei loro coetanei del secolo scorso. La mostra che allestiremo ha quindi l’ambizione di rendere conto della ricchezza umana e artistica che queste relazioni dinamiche hanno portato con sé; l’implementazione del murale sarà necessariamente co-protagonista della narrazione visiva dal momento che esso è tanto la causa quanto il frutto di questa esperienza di incontro.
Narevé, che in dialetto locale significa “non ritorna”, è il titolo del progetto, un progetto che si poneva come fulcro un murale di alto valore artistico, ma che, in realtà, si è trasformato anche in un ponte spazio-temporale, grazie al decisivo apporto di un manipolo di giovani. Un murale bizzarro, questo, capace di connettere Fallo a Johannesburg, il passato di migrazione con il presente del ritorno e dell’ospitalità. Non a caso, questo progetto ha trovato profonda ispirazione nella vita e nell’arte di Gianni Mariano, cittadino fallese che è nato e si è affermato nella città di Johannesburg, scomparso recentemente.
Curatori:
Club per l’Unesco di Carpineti, Associazione Woo
Promotori:
Bailando por la Vida Aps