Mia madre ha sempre vent’anni
Quando mia madre aveva vent’anni, ha scoperto di essere incinta di me.
I programmi che la sua famiglia aveva immaginato per il suo futuro sono cambiati nel momento in cui ha deciso di portare avanti la gravidanza e sposare civilmente mio padre.
All’epoca, la legge a favore dell’aborto non era ancora in vigore, ma molte ragazze interrompevano comunque le gravidanze illegalmente, spesso mettendo a rischio la propria vita. Sebbene nella sua famiglia fosse sottinteso che interrompere la gravidanza sarebbe stata la scelta più giusta, lei ha deciso di non farlo.
A vent’anni mia madre ha conseguito il diploma da privatista, si è iscritta all’università e, con il solo supporto di mio padre, è diventata medico, professione che tutt’ora esercita.
Era poco più che ventenne quando molti miei compagni di scuola si stupivano e mi chiedevano come fosse possibile che mia madre fosse così giovane, una studentessa universitaria, emancipata, libera, e che avesse scelto di sposarsi civilmente, portando avanti le sue convinzioni individuali, politiche e sociali.
Questa mostra raccoglie una serie di fotografie scattate e sviluppate da mio padre, che raccontano la storia dei vent’ anni di mia madre: la scelta di portare avanti la gravidanza, la mia nascita, la consapevolezza di essere una ventenne con una figlia e un marito, e l’esperienza di un’autonomia conquistata con fatica, senza il sostegno delle loro famiglie d’origine.
Le immagini mettono in evidenza il concetto di libertà individuale, libero arbitrio e autodeterminazione, temi legati ai diritti fondamentali di ogni persona.
Se mia madre, a vent’ anni, non avesse scelto di basare la sua – e di conseguenza la mia – vita sulla libertà delle proprie decisioni, al di là dei pregiudizi sociali e degli schemi familiari precostituiti, oggi io non sarei qui.
Grazie a quelle scelte di libertà, mia madre continua ad avere 20 anni. Per sempre.
Il progetto nasce da una ricerca fotografica negli album di famiglia, focalizzandosi sulle immagini scattate da mio padre a partire dai vent’ anni di mia madre e dalla mia prima infanzia. Le frasi associate alle fotografie sono estrapolate da un’intervista recentemente realizzata con mia madre e saranno presentate sotto forma di installazione sonora all’interno della mostra.
Saranno inoltre esposte elaborazioni grafiche che collegano momenti significativi della giovinezza di mia madre a norme dell’ordinamento italo-europeo: Costituzione italiana, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e legge italiana, evidenziando così diritti fondamentali come la libertà personale, il diritto alla famiglia e il diritto allo studio.
L’allestimento, concepito in funzione dello spazio espositivo, permette allo spettatore di immergersi nei vent’ anni di mia madre attraverso un’esperienza visiva, emotiva e personale.
“Mia madre ha sempre vent’anni” si offre come un’esperienza che invita a interrogarsi sul proprio passato, a confrontarsi con il presente e a immaginare un futuro in cui la libertà di autodeterminazione della dignità della persona sia un diritto garantito per tutti.
“Ciò che tuttavia non dovremmo mai dimenticare è che, in fondo, l’unico aspetto che ha valore è l’autonomia del nostro Io. Dovremmo tutti raggiungere un punto di individualità tale per cui gli altri “non esistono più”, nel senso che occorre riuscire a prendere sulle proprie spalle la responsabilità della nostra vita e delle conseguenze delle nostre azioni. Essere autonomi, fra l’altro, significa anche essere obiettivi e consapevoli, ossia capaci di leggere tra le righe di quello straordinario romanzo che è la vita, così da poter comprendere fino a che punto il nostro essere autonomi può determinare la nostra felicità o sofferenza“. Aldo Carotenuto, L’anima delle donne. 2004.
Progetto Erika Colaci
Fotografie Massimo Colaci
Elaborazione audio Edoardo Cioce
Musica Diego Cioce