REMEMBER ME
Testo a cura di Benedetta Incerti
“Remember Me” è un’opera sulla memoria, sulla sua fragilità e sulla possibilità di ritrovarsi attraverso i luoghi che ci hanno abitato. Un viaggio intimo e necessario, in cui l’artista, oggi trentenne, torna a percorrere gli spazi della sua giovinezza per restituire a se stesso ciò che per lungo tempo è rimasto avvolto nell’ombra.
A vent’anni, l’aggravarsi della malattia ha segnato il corpo e la percezione del mondo. I farmaci hanno ovattato il tempo, lasciando dietro di sé giorni sfocati, dettagli perduti, una realtà distante e imprendibile. il ricordo, invece di essere un filo saldo, si è sgretolato in frammenti discontinui, interrotto da una solitudine che attraversava ogni cosa.
In Remember Me, la fotografia diventa un atto di recupero, una stratificazione delicata di immagini che provano a ricucire il passato. Ogni scatto è un gesto di riappropriazione in cui i luoghi si fanno testimoni silenziosi, conservando tracce, restituendo all’artista una percezione più nitida di sé.
Ma questa non è solo un’opera di ricordo: è un atto di perdono. Attraverso la fotografia, l’opera diventa infatti un gesto di riconciliazione. Perdonare la perdita, il tempo che la malattia ha sottratto, l’eco silenzioso di un affetto perso tra le traiettorie insonni del gioco d’azzardo, un amore consumato dall’assenza.
I luoghi della giovinezza non sono più solo teatro di smarrimento, ma spazi in cui ritrovarsi e perdonare se stessi. Le immagini non descrivono, evocano. Apre la serie di fotografie una luce abbagliante che dissolve i contorni, rumore di un vuoto percettivo, di giorni sfocati in cui la coscienza si spegneva improvvisa e continua attraverso una ricerca sensibile, attraverso cui riconoscersi accettando vuoti, abitando le ombre e restituendo dignità ai frammenti.