Cosa ci appartiene ancora? Posso ancora decidere? Cosa non mi fa sognare? Perché non riesco a crescere? Abbiamo provato a unire tutto ciò che non riusciamo a comprendere: l’angoscia di chi saremo, la paura di cosa perderemo. Ogni ricordo, oggetto, racconto o rituale legato alla nostra infanzia collettiva teme di esistere e, insieme, di svanire dentro di noi. Quei giochi volevano semplicemente avvertirci di chi saremmo diventati: per loro, sognatrici domestiche; per noi, qualunque cosa luccicante. Quanto può unire un trauma così collettivo, che ci ha accompagnato nella fase decisiva della nostra trasformazione tra corpo, mente e anima? Tanto, così tanto, da sentirci l’una tra le braccia dell’altra.
Alessia De Crescenzo – Sono nata il 19 Giugno 1998 e vivo a Gioia del Colle, un paesino in provincia di Bari. Mi sono laureata in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle arti di Bari, attualmente frequento il biennio di Fotografia presso la stessa Accademia. Sin da piccola ho nutrito una forte passione per la documentazione di ciò che mi circonda. Crescendo, ho sviluppato uno stile fotografico intimista e sensibile, che si concentra sulle semplici scene quotidiane. Di recente, sto esplorando il recupero della mia memoria infantile attraverso una ricerca fotografica multiforme, che intreccia colori, oggetti, e ricordi. Il mio obiettivo è indagare l’animo umano attraverso la riscoperta del passato.